Somministrazione, appalto e distacco illeciti: il regime intertemporale delle sanzioni

Fornite nuove indicazioni operative sulle disposizioni normative contro questa tipologia di reati (INL, nota 24 giugno 2024, n. 1133).

Dopo la recente nota n. 1091/2024, l’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) torna a occuparsi di somministrazione, appalto e distacco illeciti: in questo caso, sotto il punto di vista del regime intertemporale delle sanzioni in materia di esercizio non autorizzato, alla luce delle modifiche introdotte dall’articolo 29, comma 4 del D.L. n. 19/2024 all’articolo 18 del D.Lgs. n. 276/2003.

Al riguardo, l’INL rileva innanzitutto che le nuove sanzioni penali trovano applicazione in relazione alle condotte poste in essere a decorrere dalla entrata in vigore del D.L. n. 19/2024 e cioè dal 2 marzo 2024. Infatti, per le condotte iniziate ed esaurite prima di tale data continua ad applicarsi il precedente regime sanzionatorio di natura amministrativa, depenalizzato ai sensi dell’articolo 1 del D.Lgs. n. 8/2016.

Invece, in riferimento ai reati di somministrazione non autorizzata (articolo 18, comma 1, primo periodo, e comma 2) e fraudolenta (articolo 18, comma 5-ter), nonché alle ipotesi di appalto e distacco privi dei requisiti di legge (articolo 18, comma 5-bis), che hanno una struttura continuativa nel tempo, occorre chiarire anche il regime sanzionatorio per le condotte iniziate prima del 2 marzo e proseguite oltre tale data.

Il carattere permanente della somministrazione illecita

Al riguardo, dottrina e giurisprudenza concordano nel ritenere la somministrazione illecita un reato permanente, atteso che la condotta risulta caratterizzata da un intento elusivo di norme contrattuali o imperative che trova ragione d’essere in una apprezzabile continuità dell’azione antigiuridica. Più in particolare, “il reato di appalto illecito di manodopera di cui al D.Lgs. n. 276 del 2003, art. 18, comma 5 bis, come reso palese dal testo della relativa fattispecie incriminatrice (che fa riferimento ai lavoratori “occupati” e quantifica la sanzione tenendo conto di “ogni lavoratore occupato e per ogni giornata di occupazione”), è di natura permanente e si consuma nel luogo e per tutto il tempo in cui viene effettivamente disimpegnata l’attività lavorativa, non in quello nel quale viene sottoscritto il contratto di appalto o ha sede l’agenzia dalla quale provengono i lavoratori” (Sentenza Cassazione n. 25313/2015).

La stessa ricostruzione vale anche nei confronti dei reati di somministrazione non autorizzata e fraudolenta, nonché nelle ipotesi di distacco privo dei requisiti di legge. La natura permanente dell’illecito comporta che il momento di consumazione del reato si realizza con la cessazione della condotta, la quale assume rilevanza sia ai fini della individuazione della norma applicabile, sia ai fini della decorrenza del termine di prescrizione.

Premesso ciò, le condotte iniziate prima del 2 marzo 2024 e proseguite dopo tale data avranno un rilievo esclusivamente penale e saranno, pertanto, soggette alle nuove pene stabilite dal nuovo articolo 18, D.Lgs. n. 276/2003.

Inoltre, va chiarito anche che, ai fini del calcolo degli importi sanzionatori di carattere proporzionale, occorrerà tener conto anche del periodo antecedente al 2 marzo 2024. Va infatti evidenziato che la condotta precedente a tale data costituisce un elemento di valutazione della gravità dell’illecito che, a sua volta, determina una reazione sanzionatoria proporzionale e vincolata. In altri termini, il periodo antecedente all’entrata in vigore della disposizione penale concorre quale mero elemento di quantificazione delle ammende in riferimento a una condotta necessariamente unitaria per la quale trova applicazione, per quanto sopra detto, esclusivamente il nuovo sistema sanzionatorio a rilevanza penale.